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Originale
Maria assunta Lorenzoni - Per non dimenticare
Posto quì, accanto al padre Giovanni, questa cartolina che non ha a che fare con gli "Studenti trentini" in senso stretto, ma che mette in luce un accadimento dolorosissimo ma allo stesso tempo esaltante per i sentimenti suscitati in questa vicenda che vede padre e figlia uniti in un tragico destino.
Di Lorenzo Olivieri, dal sito POSTALISTA
Maria Assunta Lorenzoni nasce a Macerata il 15 agosto 1918 da una famiglia di origine trentina, di tradizione liberale e patriottica: il padre, Giovanni, irredentista (il nome completo di "Tina" ne è una testimonianza), professore all'Università di Innsbruck e segretario generale dell'Istituto Internazionale di Agricoltura, allo scoppio della guerra si arruola come volontario nell'esercito italiano (e per questo viene condannato a morte in contumacia).
La famiglia, nel frattempo, si trasferisce prima nelle Marche e poi a Firenze, perché al padre è stata assegnata una cattedra nella locale Università.
Qui Maria Assunta cresce e frequenta le scuole, giungendo in prossimità della laurea al Magistero, quando scoppia la seconda guerra Mondiale.
La Lorenzoni senza alcuna esitazione lascia gli studi e si arruola come crocerossina volontaria.
Nel 1942 si iscrive alla Scuola per Infermiere e l'anno successivo assume servizio nell'Ospedale Militare di Careggi.
Dopo l'8 settembre prende contatti con il movimento antifascista cittadino ed in breve entra a far parte della Brigata "V" (aderente a Giustizia e Libertà), così chiamata dal nome del comandante Vittorio Sorani, formata da ben 87 squadre d'azione, per un totale di oltre 1000 effettivi.
La sua attività di infermiera della Croce Rossa, unita ad un'ottima conoscenza della lingua tedesca appresa dal padre, le consente una facilità di spostamenti all'epoca preclusa alla maggior parte dei comuni cittadini.
Questo le permette di compiere numerosi viaggi nell'Alta Italia, dove accompagna Ebrei e ricercati antifascisti per farli emigrare in Svizzera, fornendo loro documenti falsi e carte annonarie.
Un'altra attività che svolge sovente è l'assistenza ai convogli dei deportati in partenza per la Germania: qui riesce a raccogliere le ultime comunicazioni dei prigionieri da inoltrare alle rispettive famiglie.
Nella Brigata "V" (oltre a far parte dell'organizzazione dedita al salvataggio degli Ebrei, che ha sede presso il Convento di San Marco) le viene assegnato il compito di tenere i collegamenti fra il comando e i vari reparti (il suo nome di battaglia è "Tina" e la sigla di riconoscimento SC 28).
In quel momento il fronte della guerra ha raggiunto Firenze e Tina compie più volte l'attraversamento della linea del fuoco per raccogliere preziosissime informazioni sul dislocamento dei reparti tedeschi.
A proposito delle variegate attività svolte, riporto un fatto, poco noto, che denota l'intelligenza e l'abilità con cui si muoveva la Lorenzoni: presso l'Ospedale di Camerata è ricoverato, in incognito, proprio Vittorio Sorani quando un delatore ne informa i Tedeschi.
Venutane a conoscenza grazie alla sua fittissima rete di rapporti, insieme ad alcuni partigiani della Brigata "V" riesce a organizzare la fuga del Sorani proprio poco prima dell'arrivo dei soldati.
Purtroppo in quei concitati momenti il comandante partigiano dimentica in ospedale, oltre ai suoi documenti personali, importanti fogli riguardanti la dislocazione della Brigata: Tina, grazie anche all'aiuto di una suora del nosocomio, sfidando i militari, riesce a recuperarli proprio sotto il naso dei Tedeschi.
Il 21 agosto 1944, nel pieno della battaglia per la liberazione di Firenze, la Lorenzoni compie la sua ennesima missione di attraversamento del fronte, ma questa volta viene catturata e rinchiusa in una stanza di Villa Cisterna per essere interrogata.
In un momento in cui è lasciata sola tenta la fuga, ma quando ormai sta scavalcando il muretto di cinta, viene colpita a morte dal fuoco di una mitragliatrice.
A pochi chilometri di distanza da Tina, praticamente nelle stesse ore, muore anche il padre Giovanni, raggiunto da una granata tedesca, mentre, saputo dell'arresto della figlia, sta recandosi al comando alleato per organizzare uno scambio di prigionieri.
La battaglia di Firenze si concluderà definitivamente il 1° settembre con la liberazione di Fiesole e di Sesto Fiorentino.
Riporto la motivazione della concessione della medaglia d'oro a Maria Assunta Lorenzoni:
«Purissima patriota della Brigata “V”, martire della fede italiana, compì sempre più del suo dovere. Crocerossina e intelligente informatrice, angelo consolatore fra i feriti, esempio e sprone ai combattenti, prestò sempre preziosi servizi alla causa della liberazione d’Italia. Allo scopo di alleviare le perdite della Brigata, già duramente provata ed assottigliata nel corso delle precedenti azioni, onde rendere possibile una difficile avanzata, volle recarsi al di là della linea del fuoco per scoprire e rilevare le posizioni nemiche. Il compito volontariamente ed entusiasticamente assuntosi, già altre volte portato felicemente a termine, la condusse verso la cattura e verso la morte. Gloriosa eroina d’Italia, sicura garanzia della rinascita nazionale.»
— Firenze, Via Bolognese, 21 agosto 1944